giovedì 31 gennaio 2008

Radici proudhoniane: il Socialismo come culto della Giustizia

"Ci avviamo a una trasformazione religiosa, o a un riassorbimento della religione nella Giustizia?.... La certezza morale comprende in sé e fornisce la certezza speculativa; e la scienza del diritto diverrà perciò la chiave della scienza della natura; e la Giustizia, infine, dovrà forse essere considerata come la ragione e la realtà suprema (...) il Dio che regge il mondo della coscienza (...)?
... qual è il principio fondamentale, organico, regolatore supremo delle società; il principio che, subordinando a sé tutti gli altri, governa, protegge, reprime (...)?
...Questo principio, secondo me, è la Giustizia.
Che cos'è la Giustizia? - L'essenza dell'umanità.
Che cos'è stata la Giustizia fino ad ora, a partire dall'inizio del mondo? - Quasi nulla.
Che cosa deve diventare?
Tutto.

.... Se è vero che la Giustizia è innata nel cuore dell'uomo, non ne consegue che le sue leggi siano state fin da principio determinate con chiarezza, e per tutte le categorie d'applicazione; solo poco a poco noi ne acquistiamo l'intelligenza, e la loro formulazione ci costa un lungo travaglio (...)"

(da P.J Proudhon, De la Justice dans la Révolution et dans l'Eglise, introduzione, 1858)

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